Nucleare, se ne discute in Campania
Luglio 2010, questa la scadenza per la pubblicazione dei criteri tecnico ambientali ai quali ci si dovrà attenere nella realizzazione delle centrali. Nel successivo mese di ottobre poi, si dovrà passare alla selezione dei siti. Il calendario continua con la data del 9 luglio 2015 per avvio dei lavori e quella del 2020 per l'entrata in funzione dell'impianto.
Sul nucleare non tutti sono d'accordo, anzi in Italia si è ben lontani da un punto di vista comune sull'atomo. I timori sull'approvvigionamento di energia attraverso il nucleare lascia molti dubbi e il referendum del 1987 ha segnato un punto fermo le cui tendenze si riscontrano ancora oggi.
Anche la Campania è nella medesima situazione, fra chi vede nel nucleare una possibile soluzione e chi contrappone un secco no. Il nostro territorio ha già conosciuto l’impianto del Garigliano, a Sessa Aurunca. Sarebbe ancora quell'area ad essere un possibile luogo dove avviare le procedure e poi i lavori. Ma questa ipotesi viene smentita dall’Enel.
La Regione, attraverso le parole dell’assessore all’Ambiente Walter Ganapini è contraria a tornare all'atomo. I sindacati si dividono, la Cgil si dichiara fortemente contraria e la Cils assume un punto di vista più morbido.
Per il nucleare sono invece Giorgio Fiore e Gianni Lettieri, leader di Confindustria Campania e Napoli, che però sono anche fermamente convinti anche della necessità di assoluta sicurezza: «non dobbiamo perdere l’occasione del nucleare: l’energia oggi costa moltissimo. Soprattutto al Sud».
Tommaso Sodano, ex presidente della commissione Ambiente del Senato, dal fronte del no sottolinea il problema delle scorie, che restano radioattive per millenni. Di contro l’ex ministro Luigi Nicolais, quota Pd e docente di Tecnologie dei materiali alla Federico II, dice sì al nucleare: «purché di quarta generazione».